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Il saluto del Sindaco a don Adalberto

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“Il tuo ministero qui da noi Adalberto è iniziato il 22 ottobre, per te polacco e per noi tutti un giorno importante, in quella data nel 1978 è iniziato il pontificato di Giovanni Paolo II. E le sue parole sono state “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo”.
E per chi come te è stato chiamato a vivere lontano da casa, dalla propria famiglia, ad affrontare di volta in volta l’ignoto, il non conosciuto, quel non abbiate paura è risuonato nel sorriso rassicurante e negli occhi curiosi.

Quella curiosità positiva di chi non si ferma all’approssimazione ma vuol conoscere davvero. E spalancare le porte per te ha significato concretamente aprire la porta di casa tante volte a chi aveva bisogno di te o alle persone a cui tu stesso avevi chiesto aiuto per la chiesa, il catechismo, le iniziative, i lavori ai giardini dei ragazzi e sugli esterni. Una richiesta che prima ancora che di collaborazione era un modo per conoscere, di bussare alla porta degli altri, perché nel lavoro, nel fare insieme, nel credere a qualcosa, nel condividere aspirazioni, talenti e fragilità ci si conosce davvero.

Lo spirito di questa parrocchia è passato dalla testa e dai cuori di tanti parroci, uno in particolare ha segnato la chiesa della Penna e non solo: Don Felice.

Lo spirito di chi ancora prima di insegnare, viene ad ascoltare, conoscere senza pregiudizio alcuno. Intendendo una comunità non come divisa tra credenti e non credenti, ma come un popolo in cammino.

E da questo popolo hai preso la toscanità, ne hai riconosciuto l’ironia, la laboriosità, la critica salace e la voglia di far festa (e alla Penna sulla voglia di far festa potreste tenere delle lezioni universitarie ).

Per la nostra comunità questo saluto non è facile, abbiamo dovuto dire addio a Don Donato, abbiamo detto arrivederci con tanta nostalgia a Don Fausto e oggi a te. Non è facile capirlo, so che siamo chiamati ancora più forte ad essere presenti, a metterci qualcosa in più proprio per riempire il vostro saluto e questo ci può fare anche bene, però dall’altra parte è umano dire “ma proprio ora doveva essere chiamato da un’altra parte?”. Ma lo so, il nostro sguardo talvolta arriva solo fino ai nostri confini. E allora nonostante la nostra testa ci dica altro, il nostro cuore seguirà la tua obbedienza, l’obbedienza che ti fa dire sì vado, sì parto. Perché volerti bene, vuol dire condividerti.
Come comunità terranuovese ci sentiamo privilegiati ad avere avuto un Prete che ha saputo aggregare, stimolare e capire.
E per questo ti ringrazio a nome di tutti i terranuovesi.

C’è una frase di Don Milani che dice “E se in cuore al prete c’erano cose alte avrà dato cose alte e se c’erano mediocri le avrà date mediocri. E se c’era fede avrà dato fede”
Ecco, io penso che in questi anni Don Adalberto tu ci abbia dato cose alte e concretamente solidali, condite da un po’ di sana ironia”.